Requiem
Requiem a te che poggi questo labbro
assetato di vita sulla zolla
oscuro mutamento di stagione,
requiem poiché rimani nell'asfalto
sognando gli asfodeli del cammino,
requiem per l'ostia che ti ha benedetto
nell'ora del trapasso immacolato
e per l'arido esempio di ogni uomo
che cade. La mannaia della morte
ha lasciato più tenero il sondaggio
e i capelli fioriscono nel vuoto
che noi umani diciamo. Signore,
il tuo vuoto presente è religione.
Requiem a te che cingi di corolla
gli orizzonti celesti dei miei occhi
e son lacrime incise come pietre
e son duri scalpelli e sono noia
della vita proterva a te riposo
che canti nella vita il mio presente
abbeverando tutte le stagioni.
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