Eppure a volte, chissà da dove arrivata,
mi prende la notte con le sue ali
e mi porta nell'eremo caldo dei sospiri
che liberano l'incanto. È lì che trovo
una bambola lercia e scucita, ormai
un piccolo alveare le cui api parlano
la mia lingua, e un cespo di rose canine
che profumano senza secondi fini.
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