Scritta da: Andrea De Candia
L'effimero, perversione d'eterno,
gli istanti, bellamente trafitture,
il sole fatto a pezzi versa lacrime
di immobile memorabilità,
il mento ed il ginocchio d'orizzonte
fino al piede del fondale - caduti
i riflessi, linguaggi imperdonabili! -
la madre cielo con occhio di cranio
vive da trapassata del dolore
intensamente il lutto del suo figlio
unico, smembramento di miliardi
resi all'ingresso di un vicolo cieco,
all'altare del sonno, ed in questo
aldilà, immolato quell'agnello
del sogno, mentre legati ad un tempo
dei divisivi insonni si ribellano
a una catasta di troppa stanchezza.

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