Scritta da: Andrea De Candia
Torno lupo alla vetta delle ore
a ululare un'insonnia senza fine,
spolpo ancora la carogna lunare,
briciole o becchi di avvoltoi, le stelle,
le lascio sparse a un campo sterminato,
universo di ceneri e carboni:
sono nel bosco ovunque anche là dove
è strada di cemento continuata,
sono fremito di paura e angoscia,
protezione di un manto di altro sonno:
è corruzione adeguarmi alla luce,
al vino compiaciuto nel colore,
dalla rocciosità porosa scorre
emorragia di raggi intamponabile.

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