Alla Poesia
Melanconica diva che conforti
di questa vita i passi a non vil meta,
tu che a te stessa or premio in fronte porti
fulgor divino che i tuoi figli allieta
deh accostati e col plettro che t'india
l'alma inebria dell'alta melodia.
Di me non parlo. Uso a bever dà primi
stadii d'esto viaggio i tuoi concerti
rammento che per te fia ch'io me estimi
tenendo ad alte cose i sensi intenti.
Sempre di me scontento io vissi quando
il tuo ben suon venne per me mancando.
T'accorgi forse o cara, come ognuno
fugge i soave accenti e sdegni porre
sulle corde le dita in opportuno
tempo temendo le tue note sciorre?
Ah no per Dio, prosegui, e sia ricchezza
non di favore altrui, ma di franchezza.
Chi conosce la vita, e non ignora
in parte almen del cuore uman la forma
scuserà se verranti intorno ancora
genti che non sedusse audace forma
fuggente dove il mal desìo lo spinge,
che fortuna or abbraccia ed or respinge.
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