Pensavo esser roccia
Pensavo esser roccia,
dura, impenetrabile,
che sta a guardare,
fredda e impassibile,
lo scorrer del tempo.
E pioggia, gelo e tempesta
Passano e non mi sfiorano,
neanche semi portati dal vento
su me si posano,
scivolano via senza attecchire.
Ma dopo un freddo inverno,
il sole tornato nel cielo,
fa scioglier la neve,
e goccia fa solchi profondi
e terra si posa e riempie gli anfratti,
che dan vita a nuovi germogli.
Col tompo anche roccia si cambia,
e smussa i suoi spigoli duri,
e le rughe profonde, esperienze e dolori,
ridanno dolcezza al mio viso.
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