Splendida rosa (a Laura)
Era un giorno d'aprile,
Laura aprì la finestra al sole,
con la grande voglia di sposare,
quel bianco vestito, poggiato sul letto,
la faceva sognare.
Uno sguardo dolce, un sorriso e l'amore,
ma tutto in una sera, perse il suo coraggio,
il mondo crollò... si avvicinava maggio.
Come fiamma che arde e che sparge la cera,
quella notizia, non gli parve vera,
con grande coraggio, cercò di reagire,
ma come si fà se ti han detto: morire...
eppure in quel letto volevi guarire.
Quella bestia immonda che le carni divora,
perché proprio ora?
E Laura pregava, contando quei giorni,
pensava al vestito che avrebbe indossato,
forte era forte, mai come la morte
che quella bianca rosa, decise di fare sua sposa.
E giunse quel giorno, con grande dolore,
perché sul suo viso c'era un bianco pallore,
accennava un sorriso, in quel letto,
tutt'intorno squallore, era già in Paradiso.
Da una parte l'amore ti stringeva le mani,
dall'altra, la morte che ti aveva rapito,
tu per fortuna, splendida rosa, vestita da sposa,
nel tuo bianco vestito, non avevi capito.
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