Su due piedi
Ci sono giorni
in cui va tutto
male.
Sull'autostrada
a casa
al super-
mercato
e da qualsiasi altra
parte
assalti
continui
ininterrotti
feroci
accidentali
a ciò
che è rimasto del
tuo
equilibrio e della tua
suscettibilità.
Gli dei prima
giocano con te
e poi
giocano
contro
di te.
I tuoi nervi
si tendono fino a
spezzarsi.
Nessuno scudo
filosofico
ti proteggerà,
nessuna dose di saggezza è
abbastanza.
Sei allo scoperto
facile preda
dei
cattivi e
delle
folle;
la rottura
del
macchinario
e della
ragione
è
completa.
Poi
c'è sempre
-all'improvviso-
un volto gioioso
sorridente
dallo sguardo
ottuso, qualche
semi-sconosciuto
che ti urla
forte:
"ehi, come ti
va?"
La sua faccia
sempre troppo vicina,
puoi vedere ogni
macchia e
poro della
pelle,
la bocca,
aperta
sembra una pesca
spaccata
marcia.
Il tuo unico
pensiero
è:
dovrei
ucciderlo?
Ma poi
dici:
"va tutto
bene.
E a te
come va?"
E
prosegui,
e la faccia-da-
capra
semi-sconosciuta
è alle
spalle
mentre il sole
filtra
attraverso
le nuvole
acide.
Vai
avanti
mentre gli dei
ridono e
ridono
e
ridono,
metti un
piede
davanti
all'altro,
muovi le
braccia
mentre la comapana
arrugginita
non suona,
e dentro la tua
testa
il sangue
si trasforma in
gelatina.
Ma
questo giorno finirà
questa vita finirà
gli avvoltoi
voleranno
finalmente
via.
Per favore
in fretta, in fretta,
in fretta.
Composta domenica 3 gennaio 2010
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