Scritta da: Andrea Carducci

05/04/2010

In treno.
Verso Roma.
Fuori dal vetro, ancora immagini di niente, zuppe di pioggia.

Lassù, cielo grigio ma con buona speranza di sereno.
Più in là, ruderi di case e di vite passate chissà come, che vengono distorte e filtrate dal vetro bagnato.
Immagino le grida dei bambini che giocavano nei giardini antistanti a queste case.
Giardini ormai ridotti a cimiteri d'erba.
Li vedo, quei ragazzi, rincorrersi nel sole, per poi nascondersi tra gli alberi e mi piange l'anima per la vita che come sempre ha perso la sua battaglia contro il tempo.
Ma il bimbo che è in me, gioca con loro e grida, con il sorriso in faccia, correndo dietro al tempo sperando che questo non si volti per vedere chi è rimasto indietro.
Composta lunedì 5 aprile 2010

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