Egli
Quando, mio stanco cuor, poserai? Perché illusione non perì,
inganno ch'eterno mi credei. Vive. Ben sentì
dentro me. Che noi speme non avemmo,
ma cari inganni, l'alba d'un figlio. Nella spelonca or posammo.
Troppo assai palpitasti. Sussurri, non val cosa nessuna
i suoi moti, dei suoi sorrisi la terra non è degna. La vita altro non è
amarezza e delusioni; fango è il mondo. T'acquieterai una ad una,
Dispera l'ultima volta. Destino infame, all'umanità dipartita regalasti. Cuor mio ch'è
ricalcitante; ch'esso conduce in quel figlio, ch'è anche immortalità tua.
Composta lunedì 28 gennaio 2013
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