Anche Venezia affonda nelle melme
del magico duemila.
Nelle tante lagune
nelle troppe paludi
monta
la marea della carne
e compromette
le fondamenta stesse della Vita.
Piangono i nostri morti
in fitte celle e strette costipati
lacrime di silenzio
per i fiori appassiti
e per il buio
che ci sta devastando la memoria.
S'applica invano l'uomo
maschere sorridenti
in cerca di allegria
e invano si abbandona alla finzione
propinata in eccesso
in quest'ultimo, grande Carnevale.
Intanto in cielo gelidi metalli
riflettono i lamenti
d'un animale ch'è rimasto solo
d'un mondo triste
in dubbio sul domani.
Composta domenica 2 novembre 1997
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