I gigli di Edon
Un sospiro grigio inarca le mie narici
Giunone, fiera sdentata dalle labbra sgualcite
incombe sui miei campi: fiori notturni cresciuti senza radici,
fecondati dall'ombra perlacea delle sue fauci,
lacerati, usurati dalla dissacrante ebbrezza del tempio vuoto di Dio.
Osservi i gigli, dai petali vergini di ogni peccato,
riparo marmoreo da ogni futile violenza,
immemore della spuma vitale del consumo della nostra essenza.
Composta venerdì 5 aprile 2013
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