L'ossimoro del "ti voglio bene"
Dici: "Ti voglio bene",
ma la cerchi quando ti conviene,
le disegni un cuore
ma che insegna solo dolore,
rosso acceso-freddo
in un abbraccio
il cui cuore che pulsa
mi trafigge con appuntiti
stalattiti di ghiaccio.
Dedichi le tue poesie
ma declamano le loro bugie.
Io non capisco
io non voglio capire,
né più ho la forza di sentire,
come la gente riduca l'affetto
ad un modo di dire
dimenticandosi che c'è dietro
un sentire, un capire,
molto più profondo,
che un semplice riflesso
in un vetro
non dice nulla al confronto
diventando smemorati
persino per un nome,
dimostrando il contrario
ora che ogni dubbio diventa chiaro
Questo cos'è amore?
Questo è l'affetto?
Non è l'oro che mi aspetto,
ma queste parole vogliono rispetto.
Non capisco il bene
che non sa più di niente,
l'abuso di queste parole
come fossero caramelle,
insito è già l'ossimoro
"ti voglio bene,
ma non mi interessa niente!"
Che senso ha dirle
se puoi non riesci nemmeno a viverle?
Composta venerdì 16 agosto 2013
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