Lei era nulla nelle sue mani,
nulla se non un burrattino, lui,
le gestiva la vita,
non vi era alcuna poesia tra di loro,
nulla se non parole,
parole senza senso,
parole che non le
permettevano di essere donna,
cosa è che lei avrebbe voluto
da questo dannato amore?
Non aveva risposte,
se non uno specchio,
un maledetto specchio,
che le teneva compagnia,
si,
compagnia ogni volta che
lui si addormentava,
dopo ore di tortura,
le sue, di quell'uomo che amava,
o credeva di amare,
adesso si guardava allo specchio, e,
quei capelli così un tempo
belli adesso coprivano le sue
ferite di sangue,
i suoi occhi non avevano
un bel colore erano viola,
cercava di coprirli con con
un vecchio trucco,
che un giorno abbellivano i
suoi occhi per lui,
lo stesso trucco che le
serviva adesso solo per
coprire quei lividi,
lividi troppo profondi,
lividi che arrivavano sino all'anima,
si guardava mentre lui dormiva,
si mentre lui soddisfatto dormiva, e
lei,
lei cercava di non respirare troppo forte
aveva paura si svegliasse,
ed ingoiava quelle lacrime
di sangue,
amare amare come
quel pugno che lui le aveva dato,
lacrime che soffocavano nel suo ventre,
paura paura di respira per non svegliarlo,
paura di dormire,
eppure aveva quella voglia
di chiudere gli occhi e non svegliarsi più!
Cos'è che la teneva in vita si chiedeva,
suo figlio cosa avrebbe fatto senza di lei?
ecco cosa le dava la forza,
e fu allora si allora che si
accorse che ne aveva
abbastanza di quei lividi che
voleva ricominciare a vivere,
e chissà forse un giorno
ricominciare ad amare,
e fu allora che silenziosa
prese quattro stracci,
per lei ed il suo bambino,
ed in silenzio senza quasi respirare,
aprì quella porta, troppo chiusa,
ed ora,
Ora era libera,
libera di essere,
e di ricominciare a vivere!
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