All'ombra della torre (Via Piave, 43)
Gettavo sguardi
al mondo
che circondava
con fare atavico
la mia nuova casa,
quell'enorme scultura
era indissolubilmente
parte del mio respiro
e con essa
partiva
quel sonno
che avrebbe raccolto
i miei sogni.
Ancora acerbi
e superbi di ignoranza
quindi, suscettibili allo sguardo
e al mutamento. Ingenui
quindi, ricchi
di quella linfa
che vitale
fa crescere il mondo.
I miei
imberbi compagni
di viaggio,
eran lievi stornellatori
che rendevan
i miei sogni
un po' più reali.
E non solo
mi sentivo, ad affrontare
quel sogno che sapeva
del risveglio
di un'alba.
L'alba soffice
di una nuova esperienza
toccava languida
le mie guance
livide di voglia
e di scoprire.
Quel sapore
che oggi lieve,
in me riposa,
come uno stanco ubriaco.
Ma la gioventù
è una mantide religiosa
e si ciba
di tutto quel
del quale gode
e ne assorbe l'essenza
e ne prende le sembianze.
Io ero il vento
che soffiava
all'ombra della torre!
.
Composta giovedì 16 gennaio 2014
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