Quando a toccarmi
è l'ineffabile
fragranza che si sminuzza in polvere
davanti alle ciglia
che il controluce accentua
imprigionata nel fascio
d'un raggio penetrante
oltre il vetro
oltre il vero
ché forse
nulla è reale
neanche gli occhi che vedono
né i pori che sudano
né il tremore del nervo attaccato ai capelli
|che lesta
una forbice
appare mannaia|
dovrei
allora
credere
che la tua voce non sia la tua voce
e che la mia paura non sia la mia paura.
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