Ero di gioia vestito
tra le carezze che sapevano di marmellata...
E il soave canto di quella madre che tu mi hai rubato
Ero sorriso tra le parole piccole e quelle incantate
E nulla mi sfiorava se non la spensieratezza della mia piccola era
Quanto colorato era il mio mondo, lontano dal puzzo acre che veniva da lontano, dove la pelle e le ossa dei miei simili bruciavano in stanze anguste
Ero una continua corsa su campi fra gocce di sole e spruzzi di vento
E non avevo ancora provato il sapore della fame e le nudità della mia pelle tra tanti corpi
Io creatura senza peccato perché nulla di quello che ero era peccato
Oscurasti il mio nome
Per marchiare sulla mia pelle numero in fila
E mi regalasti campi di filo spinato su terra bagnata
Dove i miei scalzi piedi giacevano
Ora io sono un ricordo da non scordare
Un dolore da non provare
Un pianto che ha versato
una colpa che non avevo
Per il tuo vile reato
Che tu... Hai recato!
#oltre.
Composta venerdì 27 gennaio 2017
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