Sbirciando tra le pagine della mia vita
mi accorgo che spesso perdo il segno
e mi tocca tornare indietro di qualche riga
e seguire con un dito.
La scrittura dei primi capitoli è semplice,
in corsivo,
le pagine sono ingiallite, lise,
e i fogli dell'adolescenza
sgualcite tenute insieme da nastro adesivo e sogni consumati da inchiostro sbiadito dalle disillusioni.
Sfogliando ancora trovo speranze come segnalibro e pensieri disegnati a matita,
nuvole di cuore e frammenti d'anima
riflessi su pozzanghere di lunghe piogge,
in attesa del sole.
Continuo a scriverci sopra, ancora,
sempre meno pronta a cancellare e correggere perché accettare gli errori, le macchie, le sbavature, mi fa bene
mi fa amare di più la mia anima
flagellata negli anni dalla frusta della perfezione.
Ho imparato a socchiudere gli occhi
per godermi gli attimi e metabolizzare le imperfezioni,
le note ai margini pennellate di pazienza,
gli appunti in calce dipinti di memoria,
sottolineando le gioie con lacrime di commozione,
continuo così a scrivere la mia storia
imparando a crescere e perdonarmi,
sì,
ogni tanto.
Composta giovedì 20 agosto 2015
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