Si scoprono nella penombra che scende nella lunga sera
le voci nostrane che riempiono i vuoti di ore di puro silenzio
appassite, mute e legate a fili elettrici leggendo messaggi
inviati da telefonini morti di paura e rauche voci da lontano.
Non si fa in tempo a leggere il lungo rosario giornaliero
che ci cade addosso come massi in valanga e con neve.
La libertà è morta da quando i WhatsApp ci bombardano
con la loro voce stridula o imitando un tremolio di anziano.
I giornali di un tempo si perdono in pattumiere giornaliere
perché il tempo è diventato zoppo e gli squilli sono troppi.
Un domani le dita dei futuri umani saranno lunghi tentacoli
che battono lettere dell'alfabeto senza voci e senza volti.
L'amicizia si sostiene con voci e parole racchiuse nell'etere
senza un bicchiere di vino e qualche brindisi nato d'improvviso.
Sarà perché io sono vecchio e non riesco a vivere il momento:
dispiace che il tempo fugge e gli amici sono sempre più pochi.
Composta mercoledì 6 dicembre 2017
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