Un fiume di sangue
Il coltello mi ha trafitto,
il proiettile mi ha colpito,
le percosse mi hanno lacerato,
Lui mi ha ammazzato.
Il mio corpo è inerme
e un fiume di sangue scorre,
sul pavimento,
sull'asfalto,
tracciando il sentiero della mia morte.
La gente impietosita
scende in strada e,
con una candela tra le mani,
esprime un dolore empatico.
I pubblici poteri
parlano in tivù e,
con tanti ragionamenti,
cercano una soluzione opportuna.
Ma intanto...
Io ero Angela.
Io ero Rosa Maria.
Io ero Nunzia.
Io ero Elena.
Io ero Laura.
Io ero.
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