L'ultimo saluto

È arrivato,
il momento da me sempre temuto,
quel momento che sapevo, una volta arrivato, mi avrebbe sconvolto, completamente.
Arriva e fa male come una pugnalata,
ti lascia quel freddo strano,
un freddo dalla quale non ci si può riscaldare.
Ti prende tutto il corpo, ma in particolare si concentra sullo stomaco.
È strano, fa male, ti tormenta, non ti fa dormire, ti fa annegare nei tuoi pensieri, non riesci ad uscirne e ti manca l aria.
Sono troppi e quasi ti senti vittima dei tuoi stessi pensieri, vittima di un dolore, vittima di una cosa astratta!
Ma come?
Ti senti quasi debole, come se fossi privo di forze, quelle stesse forze necessarie a proteggerti da quel freddo, che proprio ora sembrano venire meno.
Ma perché proprio ora?
Eppure sono sempre stato uno che davanti ad una difficoltà, davanti ad un momento buio, triste, sono sempre riuscito a mantenere la calma, fare un respiro, pensare, cercare e trovare una soluzione, quella forse più giusta. Ma ora... ora è diverso.
Sono caduto tante volte, alle volte mi sono fatto male altre un po' meno, ma mi sono sempre rialzato, più forte di prima e anzi ringrazio quelle persone come mia nonna, che ora mi guarda da lassù, che puntualmente era lì con l'acqua ossigenata e la bacinella pronta a disinfettarmi la ferita.
Si, con questo ricordo accenno quasi un sorriso,
un sorriso che ora sembra essersi completamente spento.
Questa volta sembra che questa ferita non si riesca a risanare, eppure ci credo, un briciolo di speranza non mi abbandona mai, non l'ha mai fatto, forse dovrei fare leva su questo, forse non ora, magari più in là, attualmente è troppo grande e profonda, lascerò che il tempo mi aiuti, almeno un po'...
Ma ora quasi brucia... e il soffio degli amici, come quello di una mamma quando il figlio mette nella bocca quel boccone ancora troppo bollente, ti regala un sollievo, si... ma momentaneo, solo momentaneo, come quello che provavi per me.
Tu, che mi dicevi,
che mi promettevi, mi facevi sentire unico, importante per qualcuno, speciale per qualcuno... per una volta nella mia vita mi sono sentito felice di vivere un esperienza nuova, un esperienza unica...
Io, che mi perdevo nei tuoi occhi, nel tuo sorriso.
Tu protagonista indiscussa dei miei pensieri, delle mie paure.
Ma io troppo preso da non considerarle.
E forse ho sbagliato, ho sbagliato a non rendermi conto che quelle paure sarebbero potute diventare realtà,
come se chiudevo gli occhi per non vedere, come un fumatore che fuma consapevole che questo lo porterà al suo male, ma non vuole convincersi e io non volevo, ma dovevo...
Cosa mi ha portato ciò?
Ad essere seduto qui sul sedile di un treno mentre mi perdo nel paesaggio offerto attraverso quel finestrino sporco, quel paesaggio che scorre alle mie spalle veloce così come i miei ricordi passati, ma li assaporo, non trascuro nessun dettaglio, perché nel bene o nel male hanno contribuito alla mia continua crescita.
Mi interrompo, un brivido mi travolge lungo tutta la schiena, una mano mi tocca, sorrido, mi volto lentamente quasi come a godermi il momento, ma realizzo che tu non ci sei, non più, mai più.
Composta sabato 27 luglio 2019

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    Info

    Riferimento:
    La poesia nasce da un mio particolare momento buio, un momento che tutti i ragazzi e ragazze della mia età vivono almeno una volta nella loro vita e parlo di quello relativo alle delusioni amorose.
    Dei momenti che per quanto brutti e bui, contribuiscono alla nostra crescita interiore.
    Ho visto nella poesia uno strumento di sfogo che mi ha permesso di descrivere, privo di vincoli, le sensazioni provate in quel momento, sensazioni da me nuove poiché mai provate prima.
    Spero che nonostante l'inesperienza nell'ambito, possiate apprezzare.

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