Veloce follia
Ero diventato veloce
mi piaceva amarti
sempre in fuga per non darti noia
calzavo piedi piumati per rincorrerti nel sogno,
dove mi aspettavi -
mai ridendo ma col broncio.
Eh, sì, ti facevi amare
con tutti quei pensieri meticolosamente disordinati
capaci solo loro di generare follia
di cui ti vestivo per dare al tuo corpo l'aura
da immortale.
E molto prima del giorno
aprivo la porta sulla disperazione per ritornare sveglio
lasciandoti lì nella natura perfetta del tuo volo,
e forse mi restava nel palpito la percezione di averti ancora con me
sì mi mentivo, mi mentivo d'averti addosso, d'averti nel sangue, nella mente
nelle mie gambe e nelle mie ossa
ma più mi mentivo, sappi,
più io ero felice.
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