Occhi da triglia
Insieme agli elefanti del passato (persone di gran
peso, importanti, che decidono le sorti) questo
mondo ci avete lasciato, pieno di passioni, come
afflizioni di cui c'è dunque poco da esultare se
ogni giorno, a onor del male, è un gran baccanale
tra guerre, alluvioni e il più tremendo e feroce
fortunale (uragano devastante in Giappone).
Siete dei potenti col mestolo (valete poco al
comando), siete quelli che di prosopopee
(paroloni vuoti) si vestono e il buon senso intanto
pestano. Per poterci ancor gabbare, che tanto
come ochette dietro a voi ci avete abituati ad
andare. È un'imprinting che oggi non funziona
perché si è visto che la Terra non a voi domani
non perdona. Perché saranno i giovani a pagare
per le vostre castronate che ancor oggi
sbandierate. E se pensate che Greta viva per quel
premio (Nobel) avete bisogno di una chemio, che
un cancro cerebrale avete addosso a forza di
pensar al color del codirosso (in modo marginale).
Altro qui ci vuole: del popolo la ribellione, altro che
per il Nobel una menzione. Da persone tanto ottuse
non bastano le scuse, giacché non volete cambiar
niente, manco se vi arriva un nutrito e fottuto
accidente, mandato da quei condannati (vittime
dei disastri ambientali) che ci hanno
prematutamente già lasciati. Stolti, con quegli
occhi a triglia, tipici di chi con l'intelligenza non ci
piglia. Siete quelli che Greta (Thunberg) vogliono
distruggere per non farsi proprio da lei distruggere,
perché anch'ella ha un potere forte dietro le spalle,
quello di rompervi il più possibile le palle, per
mandarvi, in quanto ciuchi, tutti quanti nella stalle.
Composta domenica 13 ottobre 2019
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