Scritta da: Sergio Pugliese
Animula vagula blandula,
Hospes comesque corporis
Quae nunc abibis in loca
Pallidula, rigida, nudula,
Nec, ut soles, dabis iocos...

Piccola anima smarrita e soave,
compagna e ospite del corpo,
ora ti appresti a scendere in luoghi
incolori, ardui e spogli,
ove non avrai più gli svaghi consueti...

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    Scritta da: Sergio Pugliese

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    21
    postato da , il
    dopo aver letto Memorie di Adriano, piu' che un libro e' una poesia, si corre il rischio di considerare gli altri libri elementari e modesti
    20
    postato da , il
    non so niente di poesia,
    ma questi sono in assoluto i versi più toccanti che ho mai letto nella mia vita
    19
    postato da , il
    Sulla questione dell’autenticità di questi famosissimi versi si veda J. SCHWARTZ, Eléments suspécts dans la Vita Hasriani, im BHAC 1972, Bonn 1974, p. 250 4 ss; sull’interpretazione in generale: R. MAYER, Two Notes on Latin Poetry, in PCPhS 22, 1976, p. 57 e ss (egli pone un punto interrogativo al verso 3, staccando i primi due versi caratterizzanti l’anima ancora in vita, mentre gli aggettivi del verso 4 si riferirebbero all’anima dopo la morte, ormai non più solita a dare iocos (S. MATTIACCI, I frammenti dei “poetae novelli”, Roma 1982, pp. 66-79). Ritengo, anche per gli stessi motivi, possibili una lettura di frigida
    al posto di rigida.

    Ecco dunque l'esatta versione e interpretazione del testo poetico


    Animula, vagula, blandula
    Hospes, comesque corporis,
    Quo nunc adibis? In loca
    Pallidula, (f)rigida, nudula
    Nec ut soles, dabis iocos

    O mia piccola anima dolce e pellegrina
    ospite e compagna del corpo,
    dove tra poco te ne andrai? In luoghi
    pallidi pallidi, ardui (o freddi) e spogli
    e non ti divertirai mai più come sei solita fare.

    Animula vagula blandula non è tanto l’inizio di una poesiola semplice, graziosa o addirittura leziosa, ma è piuttosto una stanca considerazione della fragilità delle cose umane. Animula è termine specifico del tardo stoicismo, citata nella forma greca dall’imperatore Marco Aurelio ed Epitetto. La solitudine della piccola anima di Adriano, che si stacca dalla ospitale compagnia del corpo per andare in luoghi incolori e spogli, è anche la solitudine di un’epoca incerta tra sincretismo e conversione, tra la convenzionale pratica delle religiosità pagana ufficiale e l’adesione alle nuove religioni di salvezza, tra le quali sempre più si stava affermando il Cristianesimo.
    Adriano amava scherzare con la poesia e al llo scrittore Floro che gli aveva mandato questa sua poesia:

    Ego nolo Caesar esse
    Ambulare per Britannos
    Latitare per Germanos
    Schyticas pati prinas

    Io non ci tengo ad essere imperatore
    Ad andarmene in giro per la Britannia
    A cacciarmi in Germania
    A tollerare le nevi della Scizia

    Rispose con versi altrettanto arguti:

    Ego nolo Florus esse
    Ambulare per taverna
    Latitare per popinas
    Culices pati tatuando

    Io non ci tengo ad essere Floro
    Ad andarmene in giro per taverne
    A cacciarmi nelle osterie
    A tollerare rotondi insetti.

    E così è scritto nella Historia Augusta sull’Adriano studioso, letterato, artista e scienziato:

    L'imperatore Adriano fu tanto desideroso di fama che aveva dato ai suoi servi segretari i libri da lui scritti della sua vita ordinando che li pubblicassero con i loro nomi, amò particolarmente il modo antiquato di parlare parlò in tono declamatorio delle controversie.Preferì Catone a Cicerone Ennio a Virgilio Celio a Sallustio.Con lo stesso sfoggio espresse il suo giudizio su Omero e Platone.,come è vero che affermava di intendersi di astrologia infatti una volta aveva scritto il primo giorno del mese di gennaio tutto ciò che poteva accadere nell'arco di tutto l'anno,a tal punto che aveva scritto l'anno della morte ed anche l'ora in cui questo sarebbe avvenuto.Ma per quanto fosse portato a riprendere i musici i tragici i comici i grammatici i retori e gli oratori, tuttavia li considerò tutti maestri e li fece ricchi.Fu in grande amicizia con i filosofi Epitetto ed Eliodoro e per non nominare ad uno ad uno tutti i grammatici i retori i musici, i geometri i pittori gli astrologi dirò che considerò Favorino superiore a tutti gli altri.
    18
    postato da , il
    Vorrei leggere il testo completo della poesia in latino. Qualcuno sa dove trovarlo in rete?
    17
    postato da , il
    ecco ciò che vorrei fosse scritto sulla mia tomba

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