Poesie personali


in Poesie (Poesie personali)

L'albero più forte

Perché i bastardi non muoiono mai
o muoiono dopo le loro vittime
e se muoiono muoiono in pace
e sempre molto tardi
e non ce ne accorgiamo.

Perché se ci accorgiamo che un bastardo è morto
abbiamo anche subito la conferma che ci sono tanti altri bastardi vivi.

Perché l'albero dei bastardi non perde mai le foglie,
non secca mai,
non ha bisogno di acqua e cure,
produce molto in ogni stagione
... da sempre
... purtroppo per sempre?
Composta mercoledì 23 novembre 2011
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    in Poesie (Poesie personali)

    Nostra?

    Potrei dirti mille cose ma non capiresti,
    o forse non mi saprei spiegare io
    oppure non avresti voglia di ascoltare
    o il clima non sarebbe adatto,
    il momento non giusto,
    e così è anche per te

    così subiamo il tempo
    stiamo lontani dalla storia intera
    bastano le storie quotidiane a farci male.
    Composta mercoledì 23 novembre 2011
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      Fate voi

      Lasciatelo a me lo stupore per come va,
      per come è andata e come finisce,
      voi non vi stupite
      oppure fatelo,
      fate come volete,
      come avete sempre fatto,
      calpestate il già pestato ed il calpestabile,
      urlate di gioia coprendo il rumore di chi urla di dolore,
      uccidete per avere e per far tacere.
      Composta mercoledì 23 novembre 2011
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        in Poesie (Poesie personali)

        Non mi manchi

        Una traversa del letto cadeva sempre,
        un punto debole,
        i soldi,
        guardo la tv,
        vecchie cassette che avrei voluto condividere,
        bruci come una ferita,
        forte e profonda,
        prima fiamma,
        e mi ascolterai,
        se vuoi,
        dall'alto del tuo nuovo vivere scelto,
        e penserò di essere diventato pazzo,
        preso dal gioco o da che altro,
        ... torno indietro,
        mi vedo un po' stupido ed un po' scemo,
        pur non vedendo te come una cima.
        Composta mercoledì 23 novembre 2011
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          in Poesie (Poesie personali)

          La soluzione

          Sul treno delle 5 un senzabiglietto dorme con i piedi sul sedile
          e faccio bum
          scendo alla stazione e scocciatori insistenti chiedono soldi e sigarette
          cercano di fregarmi qualcosa
          e faccio bum
          fuori dalla stazione pubblicità per idioti
          al parcheggio chiedono ancora soldi,
          un vucumprà con gesto di sfida mi lancia la borsa ai piedi per farmi fermaree ride,
          e faccio bum
          la sera in televisione tutti ad urlare
          impossibile scegliere il migliore
          facile scegliere il peggiore di tutti
          e faccio bum bum bum

          e domani sarà così di nuovo,
          forse è più semplice un unico bum, a me.
          Composta mercoledì 23 novembre 2011
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            in Poesie (Poesie personali)

            Vista dall'alto

            Dell'ultimo definitivo sfascio dello sconosciuto minimo impero,
            in una cantina da vini
            restano i libri,
            vecchi ammassati
            ed ammazzati,
            parole che le pagine avevano imprigionato
            e gli anni hanno reso macchie d'inchiostro su carta marcia.

            I buchi sono testimoni che il tempo ha reso i tarli sapienti.

            Le copertine sono cappotti per carta
            ed io sono muto,
            prigioniero delle mie copertine,
            quarto scaffale in alto,
            costretto fra un libro di cucina
            ed un manuale di sopravvivenza.

            Il libro che cercavo,
            quello scritto da me,
            inizio,
            pagina vuota,
            fine.

            Lo vedo dall'alto,
            galleggia a schiena in su,
            in una botte di vecchio vino di spagna
            passato ad aceto.

            Chissà se i tarli diventati saggi
            ricostruiranno tutto
            meglio di noi.
            Composta mercoledì 23 novembre 2011
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              in Poesie (Poesie personali)

              Tesoro svelato

              Calda la tua mano piegava la mia innocenza
              senza che io lo capissi,
              senza che io ne avessi coscienza;
              io piccolo bocciolo bianco dalla effimera bellezza,
              tu indomito vento dalla inesauribile esperienza.
              Sottile la tua voce a me arrivava,
              stregando la mia mente,
              confondendo la ragione;
              delizioso il soffio, dal sapore mielato
              che le mie labbra fameliche
              soavemente sfioravano,
              e morbida la brezza
              che con una prolungata carezza
              la mia corolla di seta
              di tenerezza colmava,
              quando travolta da sensazioni
              in me ancora vergini,
              i miei petali timidamente schiudevo
              e tu inebriato da quel nettare
              dal profumo dolce ed esaltante,
              ti dissetavi dalla mia essenza
              ed il mio tesoro con frenesia svelavi.
              Tra le tue mani così delicatamente
              prendevi me, fiore allora casto,
              ed espirando col tuo alito appassionato
              Io, donna finalmente germogliavo.
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