Lisboa
Lisbona attendeva che i tuoi occhi si aprissero
Le Docas salutavano l'albeggio grondanti caos
Anche l'ultimo vicolo del bairro era abbandonato
Scendesti gli ultimi scalini inamidati di rugiada
i ciottoli levigati da passi dimenticati
quale dedalo avrebbe accolto il tuo cammino
Facce straniere d'enigmatica indifferenza
Lisbona come un silente calderone
atavico abbraccio di circostanza
Ondeggiava il veliero rimesso a nuovo
e il tram sbilenco seguiva il verme d'asfalto
Qualcuno stava già impregnando l'aria di aglio
e tu ti sistemavi alla buona la sacca sulle spalle
presto per una birra e tardi per un sospiro
Il giorno a Lisbona non aspettava rimpianti.
Composta mercoledì 20 gennaio 2010
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