Il mio pensiero si ferma spesso sulla soglia della coscienza, che è dura da attraversare.
A volte aspetto solo di ascoltarne la voce, che non sempre si fa sentire.
Le mie recriminazioni sono forse figlie apocrife di una realtà virtuale, che si bea della sua sicurezza.
Non raccolgo foglie e fiori di assenzio per farne bevanda che possa farmi perdere la testa nei momenti che contano.
Ed è così che invece ascolto, ascolto e ascolto tutto il nulla che riesco a sentire.
Composta mercoledì 21 aprile 2010
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