Le mani
Quella mano scivolava e tornava
e sul seno si fermava un istante
come costretta a un incrocio
subito rifuggiva inseguendo un brivido
coprendo le distanze del tuo essere
modellandolo quasi fosse creta
quella mano cercava i tuoi sensi
giocando con le tue estremità
risaliva come il sangue nelle vene
sino alle tue labbra
non badava al sollevarsi del tuo seno
spostava un ricciolo nero
e si confondeva nei tuoi capelli
continuava così come un soffio di vento
con passione
i tuoi sospiri e la tua pelle
rispondevano come corde di un violino
ma il violino è sparito, rubato disperso
confuso il suonatore si guarda le mani
sono io che ho perso le note?
In quella mano
ogni creatura si è persa
dalla testa di un gatto
fino all'orrido ramarro
quella mano non conosce vendetta
ora si perde seguendo strade diverse
cede ad abbagli di idee senza colori
fugge e si infila in fredde fessure
per salire più in alto possibile
cerca l'azzurro dove ci incontrammo
fila di formiche si avvicinano
forse con lo stesso pensiero
emergendo dalle nuvole a valle
visi sudati e occhi
che l'aria piu'pura rende più chiari
energie disperse si dice per niente
ma il ridere ci ha resi diversi
la nostra vita complessa aumenta gli scopi
inseguendo questi fini ci si perde
contando denaro e comodi oggetti
dei quali noi schiavi ci rendiamo
l'amore e il riso lo otteniamo comprando
o in un rapido giro di danza
non rinnego questi piaceri
ma aspiro a qualcosa più puro
qualcosa che metta radici profonde
lacrime vere per chi soffre e a fame
Russel diceva:
"il meglio è chi sta in silenzio accanto"
puoi stare in silenzio
su distese di colline e mari trasparenti
non se vedi le rovine che causiamo
vorrei trovare mani diverse
non tanto per suonare ancora
solo tenere accesa la scintilla
per un mondo migliore.
Composta mercoledì 14 aprile 2010
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