Incontro con Catullo
Nuvole bianche in un cielo grigio azzurro
si mescolano a grigio verde dell'acque del lago.
Antiche mura, vestigia di una antica villa,
Roma conquistatrice la costruita,
un poeta un filosofo vi ha abitato.
Sentieri ghiaiati che scricchiolano sotto
ai piedi dei mille turisti,
guide che spiegano ciò che stato,
macchina fotografica pronta
a imprigionare quelle antiche pietre,
un soffio di vento e una voce sussurra:
"io ho vissuto qui,
ho scritto dolci poesie d'amore
per la mia amata Lesbia.
Ma ora guarda come era bella
la mia casa".
Come per magia le mura cadute
si ergono maestose, la grande terrazza panoramica,
su un lago incantatore,
i portici che correvano ai lati della casa,
i mosaici, ma il viaggio nel tempo si ferma
l'ingresso della villa e davanti a me,
il vocio dei turisti hanno il sopravento
sulla mia immaginazione.
Mi giro ancora un istante verso
quelle antiche mura,
l'immagine di Catullo scompare
mentre un ultima folata di vento
mi sussurra "Leggi le mie poesie".
Poi tutto scompare, rimane solo,
le grida di qualche ragazzo,
il rumore delle onde del lago
che infrangono sulla pietra.
Composta giovedì 13 maggio 2010
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