Una città piange i suoi morti (2 agosto 1980)
È giunto ancora agosto,
il sole è accecante
il calda rende la terra arrida,
le valige sono pronte
legate ai portapacchi delle macchine,
ma una città piange i suoi morti.
Trent'anni sono passati,
ma ancora oggi l'orrore negli occhi,
nelle orecchie ancora l'esplosione.
Viaggiatori che vanno che arrivano,
saluti, baci, abbracci e sorrisi e...
... urla,
sirene
disperazione,
cumuli di macerie,
corpi martoriati,
soccorritori atterriti.
Medici infermieri,
infermiere lottano contro il tempo,
ma ottantadue sono le anime perse,
duecento feriti da curare
e da consolare famigliari,
ma che dire a una madre a un padre
che non vedrà mai più il sorriso di un figlio
di una figlia,
cosa dire cosa?
Trent'anni sono passati,
ma una città piange i suoi morti,
mille domande ancora senza risposte,
e le lacrime soccorrano ancora sui volti,
di chi è sopravvissuto
di chi ha perso un famigliare,
di chi ha soccorso,
non asciugate
dalle risposte mai date.
Trent'anni sono passati,
ma la città piange i suoi morti.
Composta martedì 3 agosto 2010
Leggi un'altra Poesia Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti