Scritta da: sintagma

Non conversazioni e conversazioni al telefono

Questo telefono è uno strumento
maledetto.
Perché, ben più delle autostrade,
ben più delle lunghe file impazienti
di macchine
in coda,
ben più dei promontori e del mare
che vi si distende, come un braccio teso a
separarci, questo strumento senza voce,
mi dice ogni giorno l'incolmabile
distanza fra te e me.
Per questo ogni giorno lo tengo penosamente
a distanza,
come un'arma, perché ogni giorno mi colpisce
al cuore.
Eppure basterebbe un secondo,
nell'incolmabile,
e il tuo nome non frastornerebbe più
ed io non dovrei filare questa bava
di pianto attorno al corpo,
questo sudario di parole senza senso,
se non ti arrivano,
né sognare di non avere scarpe per
raggiungerti.
Ma la mia codardia è pari soltanto
alla tua paura di amare.
Così siamo vigliacchi entrambi e,
per questo, decisamente troppo
fragili,
come la creta.
***
Tesso la tua immagine nella trama
dei sogni quando scendi sui miei
occhi e li bendi con una mano come
la notte,
di notte,
quando la solitudine
mi si corica di fianco e,
proprio allora, mi
sussurra in un orecchio il
tuo respiro di coniglio,
ruvida emanazione di un suono
distillato di inquietudine insonne e
di pianto, dolcissimo siero
di amore affranto.
Allora, oh amore, l'Amore,
che non si può celare,
splende sulle nostre distanze
come il sole di mezzogiorno e
mai siamo così,
meravigliosamente vicini,
così, inspiegabilmente, consapevoli,
così demonicamente forti,
da spezzare le ossa alle parole.
E rimane il senso.
E ci basta, il senso.
E ci basta, questa ubriachezza di
follia,
che rende liberi,
che ci rende amanti fino
all'alba, quando
sciogli la tua mano dai miei occhi
e mi fai cieca al giorno, e
come un falco richiamato dalla
Ragione, torni a posarti sul suo
guanto, per lasciarti bendare da
uno stretto laccio sul
cuore.

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