Allitterazione
fra le fronde fragili il fruscio d'aria fresca
soffia fischia forte fervente la tempesta
labile l'alluvione lambisce la mia testa
alla luce del lampione tutto s'innesca:
distinguo e rimpinguo le ombre e mesta
l'immaginazione colma la lacuna e attesta
la presenza imprecisa arrisa ma funesta
ingarbuglia la matassa, una cassa la mia testa
prigione a tre pareti triste ma repressa
la mia razionalità realtà unica attesta
fallace falciatrice l'ombra molesta
terrore della morte martellante pesta.
sul ciglio assottiglio l'idea indigesta
il calare del sipario, nessuna protesta
oblio obliquo, iniquo, le mie gesta?
carta straccia altra faccia che il mondo detesta
sibilar di sillabe fa sussultare e desta
la voglia di volgere altrove la mia testa
ma decapitato scalpito scollato in cesta
onde evitare dell'onda l'irabonda cresta
intravista una salvezza, un lido che troppo dista
chiudo il capitolo di una vita da materialista.
Composta sabato 10 novembre 2007
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