Sardopatico
Sophia Sophia Sophia
da dove sei venuta e come ti chiamavi?
Lo sguardo tuo smarrito invano ricercava
aiuto tra la gente che invece t'ignorava
finche non chiesi a Sara
di accoglierti tra noi e tu salisti a bordo
e ti accucciasti al fianco scegliendomi tra tutti
e dando un taglio netto a tutto il tuo passato.
Il nome di Sophia
fu un immediato vanto, un riconoscimento
spontaneo ed adeguato al fine portamento
che univa alla noblesse un bel temperamento
facemmo il viaggio insieme
diretti a villa Free dove t'impossessasti
di molti spazi nuovi per ribadire ancora
la tua vera missione che dedicasti a me.
Da quel momento in poi
scegliesti senza sforzo di fare la mia ombra
in tutte le vicende, il giorno e anche la notte
e senza mai lasciarmi eri riconoscente
per l'ospitalità
che ti veniva data, per la condivisione
con gli altri della casa di quelli spazi verdi
sicuramente nuovi e subito graditi.
Trascorsi i primi giorni
si pose una questione fu crisi "esistenziale"
la grande dedizione che tu mi riservavi
metteva in discussione il ruolo mio col tuo.
Che inutile questione:
"hai più diritti tu oppure ne ho più io"
a noi poco c'importa se stiamo bene insieme:
"di spazio a villa Free ce n'è per tutti quanti"
E se altri arriveranno
saranno bene accetti nella comunità
dove ogni componente, qualunque sia la razza,
impone dignità vivendo nel rispetto di chi gli siede accanto.
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