Tra l'aurora e il tramonto
Non ho mai saputo perché ma guardavo sempre a ritroso,
versi Tempi più oscuri, verso Stagioni di rigori invernali, di Notti infinite.
In quel Tempo Illusione e Sapienza erano altra cosa:
l'inebriamento della Ragione era similitudine di Dio,
la Malattia era Peccato, il Vizio Compagno fidato.
Tra l'Aurora e il Tramonto una nuova Verità mi fu rivelata,
una Luce si era fatta nel mio Spirito:
io ho bisogno di Compagni,
ma vivi,
non già di compagni morti, cadaveri che non sanno di essere tali,
coi quali accompagnarmi in fumose taverne.
Ho bisogno di Compagni vivi,
i quali mi seguano, i quali seguire, perché vogliamo obbedire a Noi stessi.
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