E ti parlano di acne e stupide simpatie del cavolo
E ti dicono stai zitto che muori
Stai fermo,
ma è molto meglio fuori, il silenzio
che si fonde al rumore che sprofonda del trapano
e le macchine, la città.
Lo preferisco ad una tua parola detta per sbaglio
O ad una sua insopportabile o alle vostre inutili e dolorose.
Voglio il sole, non ho bisogno di te, di me e della fede
E di tutti quei discorsi che fanno
Sul pericolo, ma non parlate mai della paura?
È di più di un sorriso, di un disco di Sinatra e di questa tristezza.
È dolore vero, amore sincero, rabbia esistenziale.
Ma porca miseria!
Ho le mie incertezze e i miei pensieri che mi offuscano,
in questo momento non ho bisogno del mondo.
Ho bisogno di musica, di te e di ritrovare me stessa
Non di uno stupido riflesso di un sorriso felice.
L'apparenza non mi appartiene e non mi conviene.
Dimmi, parlami, ascoltami ma fa che sia qualcosa di importante, di giusto.
Ma è la vita, è perfettamente costruita male sulle fondamenta di cuori infranti,
è dolce, infantile ma anche amara e piena di ingiustizie.
Non ho ancora imparato ad andare a tempo
Sulle note di questa nostra danza di lacrime e gioie.
E allora accarezzami, zittiscimi e prendimi per quella che sono
Non per quella che vedi riflessa nella vita degli altri
Me, ironia malinconica e istantanea in un involucro di sangue e risate.
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