L'angelo
Sono lacrime di un Dio minore.
È nebbia inquietante
di un girone dantesco.
Per 42 infausti giorni
in cui il tuo corpo minuto,
per opera di famelica mano,
è rimasto tra le pietre,
sotto il fango.
Per tetto
non un cielo sereno,
degno omaggio a
cotanta freschezza,
ma solo arida sabbia.
Poi quel barlume di coscienza
sovrasta la crudeltà
e l'anima, ormai libera
vola leggera fin qui.
Accorrono gli angeli
della volta celeste
e preparano un'amaca
trapunta di stelle,
dove dondolare,
come dolce bambina,
il tuo corpo di marmo.
Un cuscino di nuvole
color alabastro,
dove affondare,
come implume pulcino,
la tua piccola testa.
Un'orchestra di cetre,
trombe e violini,
suona la melodia più soave,
che sia per te ninna nanna.
Ecco... ti sei addormentata,
arriva un dolce putto,
in punta di piedi
e ti copre
con una nuvola rosa.
All'improvviso ti sollevi,
apri gli occhi,
smarrita ti guardi intorno.
Poi svanisci nel nulla
che adesso ti appartiene.
Trepidante ti cerco.
E ad un tratto le vedo,
piccole, eteree, candide ali.
Allora capisco...
sei diventata un angelo.
Composta mercoledì 10 novembre 2010
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