Uscita di scena
Come un funambolo solitario
che cammina con grazia
sulla fune sospesa nell'aria,
procede.
Un passo, un altro.
Avanti e avanti.
Ogni giorno più esitante
appena un po' tremante.
E ancora avanti,
con fermezza.
Soltanto un po' di trepidazione
già quasi in confusione.
La folla sotto di lui
si agita e urla.
Chi ride, chi fischia
chi bestemmia, chi lo insulta.
E avanti, ancora.
Ormai pura sopravivenza.
Se osasse guardare,
solleverebbe in alto lo guardo.
È sera.
È così stanco, ormai.
Riposo, sollievo.
È l'unico desiderio.
Un altro passo.
Vacilla, si ferma.
Vibra la corda,
ribelle s'impenna.
Un brivido mortale
lo agghiaccia,
quasi un segnale.
Com'è lontana la meta!
Allora barcolla, stremato.
Malfermo e insicuro,
sulle gambe piagate.
È così spossato!
Un sospiro.
Si ferma, osa.
Guarda giù
arditamente.
Un salto vertiginoso
inesorabile. Lo attrae.
Chiude gli occhi,
ha smesso di tremare.
E poi il nulla.
il caos, il vuoto.
Ora ha smesso di camminare
e ha imparato a volare.
Composta domenica 26 dicembre 2010
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