Per via
Accarezzo le immagini dei viandanti
che si perdono per strade silenziose.
Ombre che si accalcano
sulla scena della vita,
che giocano con le loro anime
e ruzzolano negli stagni
dove l'acqua ristagna
e sa di putrido e stallatico.
Il gioco si ripete all'infinito:
corpi che non sanno di nulla,
cervelli che hanno rinunciato al domani.
Eppure i loro occhi
guardano in silenzio,
e vedono forse orizzonti
che a molte normalità ormai sfuggono.
Le loro angosce non ci appartengono,
il febbricitare della loro fronte non ci interessa,
la loro umanità appartiene
ad un mondo a noi sconosciuto.
Inutilmente accarezzano la mano
del compagno ammalato:
una scodella di latte bollente
trabocca su un fuoco improvvisato
e solleva un fumo denso e asfissiante
che oscura le nostre coscienze
che hanno dimenticato
solidarietà e amore.
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