Il grande
Se vuolsi propalar d'animo eccelso
produrre non convien ch'à scarna mente
ché da tal labirinto sarebbe insulso
lo districar mancando lo previdente.
Qui m'appropinquo a dir di galantuomo
sfrontato qual son'io, senza ritegno,
lungi da foggia di forzuto uomo
così, dell'Insigne che scrivo, non son degno.
Lo cor ch'è d'alto rango, in gentilezza,
spinge la mente reietta a darsi vanto
che bassa non è ma di mezzano razza;
scuotesi, indi, e al cor pretende conto.
Poscia la mente corre al prim'incontro,
rivive i prim'attimi e al ricordo
s'affaccia del viso al sorriso pronto,
alla dolcezza del sincero guardo.
Accline alla bisogna, protettivo,
negazione mai proferisce verbo
ché per altrui l'amor che porta è vivo;
nel dir di sentimento nutre riserbo.
Convive le tre virtù teologali:
la Fede, la Speranza, la Carità.
gli uomini, per lui, siam tutti uguali,
e l'alma ha pregna di magna bontà.
Parmi aver già scritto ch'è galantuomo
Sconvenevole tacer ch'è anco gentiluomo.
Composta giovedì 4 febbraio 2010
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