Scritta da: Nello Maruca

Raccomando

Il nome che port'io a te è imposto
non per mia fama o glorietude avuta
Perc'hio mai ebbi tal qualitadi riposto
in nessun'azione o arte mia compiuta
ma l'affetto, pens'io, che filiale cuor
riserva a paterna, amabile figura
e, dimostrazione dare più d'amor
ché figlio opera paterna non censura.

Giacché mai rivestii ruolo importante
Non tributato fui in onoranza,
la mia figura mai fu imponente
e a nullo seppi dare mai speranza.
Sper'io in cima giungi a scalinata
onde conquisti appieno il dottorato
ché il loco cui l'umanitade è sita
necessita d'avere il titolato.

Chi sudorato e stanco in vetta
per volontade e sua fortuna è assiso
mirare puote, privo d'ogni fretta,
chi in basso resta spento nel sorriso.
D'all'alto il rimirare è sempre appago
e la miseria altrui non la si vive
si pensa sol di fare di propria vita sfago
e dell'altrui faticasi capir perché son prive.

Ma, a fine che sarai di scalinata
e l'ultimo gradino conquistato
dei deboli, deh! Ti prego, fanne cordata:
Conforto avranno; tu sarai appagato.
A nulla servirotti fama e quant'altro
se al bene e amore altrui non rivolto
ché Cristo in grande fama, più d'ogn'altro,
per gli altri non per Se ne è avvolto.

Prendi d'Egli l'esempio e non far svolta,
seguita quella Via che par distorta,
fai in modo ch'entri in quell'angusta Porta
così del cielo toccherai la volta.

Questa la raccomando che ti fò:
Giunto all'apice del potere umano
essere nelle decisioni tue sovrano,
rendere giustizia e grazia a chi non può
genuflesso sempre al Dio possente
che in ogn'occasione t'è presente,
perché se in vita divenuto sei potente
la gloria è tutta Sua, tu ne sei esente.

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