LXII
Così seguita a parlare lo zio Gianni
Con guardo in cielo fiso e mani tese,
La voce ferma, umile e cortese.
Dona o Dio, al nostr'amato Vanni
Nel prosieguo di studi e di suoi anni,
in quelle che saranno le sue imprese
il Tuo timore e il bene Tuo palese
e viva nel Tuo rispetto, tra gl'affanni.
Una mano tende al giovincello
Altra la dona alla nipote Tina:
Ciascuno nella vita ha il suo fardello.
La zia Sisina e io, figliolo bello
Vogliamo dare a voi, questa mattina
Dono da costruire un vostro ostello. *
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