Come una corda di violino
Teso tensione, temibile testicolare introspezione
Un peso un pallone, di quelle mediche
Sfrecciano violente sulle parti diuretiche
Sfregano e frantumano, comprimono ed esprimono
Esaurientemente, metafora per ciò che la gente sente
E si pente, "chi ha tempo non cerchi tempo" quanto è vero
Questo detto ha portato l'uomo allo sclero
A sfuggire dal clero e dal pleurico schiacciamento
Sul cemento chiarisco intendo esaurimento
Affliggimento mi sento spento non contento
E ripenso al senso col consenso e dissenso del censo
Di questo scompenso che è un nonsenso odore d'incenso
Che buono, mi ricorda da piccino in chiesa,
Con la signora di fianco, lei non era tesa.
Ok mi rilasso evitando il collasso ma al primo passo
Falso, cado rotolo m'ammazzo ma poi mi rialzo e scalzo
Riprendo a camminare, tremano le gambe basta non pensare
E guardare sempre dritto, non mostrarsi afflitto
Mostrare un sorriso, solca il tuo viso e ti senti deriso
Da quella maschera che devi portare ma che ci puoi fare
Te continua solo a camminare, occhio a non inciampare
A non mostrare cedimenti, esternare sentimenti e spenti
Camminiamo da questo viaggio presi...
Ma incessantemente tesi.
Composta giovedì 30 novembre 2006
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