Senza titolo
Il salice piangete,
con la sua chioma
sfiora le acque placide
dello stagno.
Seduta sotto quel salice,
osservo le leggere onde
infrangersi sulla riva.
Libellule silenziose,
si librano sfiorando l'acqua,
cicale cantano una antica melodia.
Lascio libera la mente,
pensieri che s'abbandonano trasportare dell'aria,
sorvolano silenti lo spazio
per raggrupparsi nel tempo,
catturati dal pulviscolo di stelle lontane.
Ricadono qui in quest'angolo,
come lucciole
profumando d'infinita bellezza.
Allegri si rincorrono,
s'avvicinano e mi raccontano
di un viaggiatore
che solca lo spazio,
il tempo,
d'un anima inquieta,
d'un anima solitaria,
che brucia di passione ardente,
un anima che sa amare
senza paura.
Il salice si piega,
fa oscillare i suoi rami
sfiorano il mio volto
in una carezza d'eterno.
Composta venerdì 13 maggio 2011
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