Scritta da: Violetta Serreli
Contare i giorni alla rovescia,
per non vedere l'ora di conoscerti.
Composta domenica 31 ottobre 2010

Immagini con frasi

    Info

    Scritta da: Violetta Serreli

    Commenti


    10
    postato da , il
    Esatto. Io mi sento molto cambiata. Ho raggiunto una consapevolezza del mio io interiore, ed è quello che mi porta a scrivere il più delle volte.
    9
    postato da , il
    Per fortuna non è sempre necessario attraversare momenti difficili, crisi esistenziali o di identità per riuscire a scrivere qualcosa di durevole e profondo, per sè e per gli altri.
    Parlo sempre per esperienza personale, ma ho notato che le cose che mi riescono meglio sono quelle che scrivo in momenti di serenità interiore, quelli ai quali sono giunto magari dopo tempeste e buriane.

    E' come se il nostro IO profondo raccolga e sedimenti il materiale emozionale (piacevole o sofferto che sia) e lo rielabori nel tempo, rendendolo disponibile solo in momenti successivi, allorché trovi uno sfogo quasi intenzionale in forme compiute e resistenti al logorìo degli anni.
    Non è forse un caso che Poeti affermati suggeriscano di rivedere più volte i propri elaborati che, pur se figli di spontaneità e primordiale istinto, devono essere il luogo di parole urgenti, le sole in grado di conferire loro autentica e durevole valenza letteraria.
    8
    postato da , il
    No caro, nessun fuori tema. E hai ragione in ciò che scrivi. E' una necessità. Infatti guardacaso, nonostante mi sia sempre piaciuto scrivere, ho iniziato a farlo assiduamente 5 anni fa, in un periodo molto complicato e allo stesso tempo importante della mia vita. Ora sono nuovamente in una fase "sterile", salvo qualche eccezione. Spero di non dover stare male per scrivere ancora!
    7
    postato da , il
    A me è capitato di scrivere poesie e filastrocche per la prima volta 15 anni fa. Ho continuato per circa 2 anni, poi mi sono preso una lunga pausa interrotta solo questa estate. Non so se smetterò ancora e/o definitivamente... L'unica cosa che credo di aver capito e' che se scrivo, soprattutto poesie, e' perché avverto una necessità interiore che non riesco a soffocare... Scrivere e' per me un po'  come sospendere il tempo ed entrare in una nuova dimensione dove tutto è lecito (o quasi), nella quale mi metto in contatto con me stesso e in ascolto di me stesso (qualcuno parlerebbe di emersione dell'inconscio...). E' una condizione ricorrente, fuori dagli schemi dello spazio e del tempo, che valeva allora come ora. E' forse questa la ragione per cui, sebbene fossero diversi gli stati d'animo, nel rileggere i componimenti del "primo periodo" riesco ancora a sentirli miei e credo e spero sarà così per sempre...
    Sono andato fuori tema?  Transeat...
    Un saluto a Violetta...
    6
    postato da , il
    mai pensarlo :)

    Invia il tuo commento
    Vota la frase:0.00 in 0 voti

    Disclaimer [leggi/nascondi]

    Guida alla scrittura dei commenti