Mille e una Notte
No no lo ammetto
avevo rotto gli occhiali
e giocavo a moscaceca
Si io che sbriciolavo il cuore
per disegnare sull'asfalto
il sorriso alla malinconia
Io che non vedevo la fine
e allungavo le mani
in cerca dello specchio magico
di quei pochi e inutili nascondigli
- non ero più solo -
Camminavo in compagnia
di un Pierrot e una Zingara
Lui muta faccina provata
da una lacrima di vento
sembrava in una fiaba beffarda
in cui ti muovi ha fatica
alla ricerca perenne de
alla fine vissero
tutti felici e contenti
Lei in cerca della corte dei miracoli
con un lampo vermiglio fra i capelli
e una luce negli occhi
scuotendo la testa
sussurrava due volte
a l'eco delle mie emozioni
è solo un incantesimo
è solo un incantesimo
a lume di candela
su di una strada che non scegli
ma vuoi arrivare in fondo
mi volle fare le carte
forse tarocchi
ma con due sole carte
tra il giudizio e l'appeso
avevo la scusa per fermarmi
al mercato delle pulci
inseguito da una farfalla
che non a caso sbatteva le ali
in cerca di primavera
tra saltimbanchi e mangiafuoco
barattai il mio pastrano
per uno zecchino d'oro
- e cosi pagai pegno per le mie bugie -
certo era un pastrano vecchio
aveva le tasche un po' bucate
ma dalle luci della notte
era di lana
spinosa e grezza
comprata qua e la
in anni difficili da filare
ma pur sempre buoni
per scaldare la solitudine
mentre lo toglievo
le comparse si fermarono
ed io recitando con gli occhi
al culmine di una scena
già vista nel mio teatrino
inciampavo ancora
nelle stringhe
sciolte del cuore
e ridevano di me
io che burattino senza più fili
avrei solo voluto stare in equilibrio
nell'immenso di un'altra notte
cercando la Fata Turchina
o piuttosto che niente
a seminare margherite
sull'ultima stella a destra
insieme alla Donna cannone.
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