Il nome del padre e del figlio
Ho immaginato di essere lui,
di svegliarmi la notte
urlare il mio nome,
poi mi sono reso conto di essere io
e provare le stesse angosce.
E tutto all'improvviso pesa più di sempre,
lacrime asciutte arrivano non sai da dove,
cercano di uscire
ma si fermano alla gola,
bloccano il fiato,
e scatta di nuovo quell'allarme che nessuno fuori sente,
che mi ricorda ciò che non ho,
non abbiamo,
e ciò che devo fare.
Composta giovedì 15 dicembre 2011
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