Sonetto disanimato policaudato
Anima sciocca, insapore e melensa,
resta lontana dai miei territori,
che si governano senza censori,
senza la lagna tua, viscida e densa.
Con altri làgnati rei peccatori,
e di costoro frequenta la mensa;
và dalla gente che tanto ti incensa,
và ad esaltare patetici amori.
Tu mi tormenti anche a mezzo di terzi:
"Se non hai l'anima la vita è brulla;
son privi d'anima questi tuoi scherzi".
L'animo mio, eppur, si trastulla,
benché io l'anima sempre la sferzi,
ch'è laida vecchia, non pura fanciulla.
"Ma così sei il nulla!",
esclama qualche amico spaventato.
Uff! Comprerò un bel bastone animato;
così il Commissariato
attesterà, con l'autorizzazione,
che un'anima possiedo nel bastone.
Composta domenica 26 aprile 2009
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