Autoritratto
Nacqui in un mattino di luce
a odore di sudore e fucili
in una casa con larghi scalini
e un forno a legna senza pane.
Da bambino mi nascondevo nel camino
per uccidere fantasmi di paura
con occhi di fame e barba oscura.
Mi feci fanciullo servendo le signore,
studiando e sognando col cuore.
Gli anni passavano giocando
ascoltando il bosco e il pianto.
Le montagne e le gialle ginestre
curavano le mie ferite.
Mi feci amico di uccelli e funghi
scendendo a lavarmi alla fiumara.
Andai nelle Puglie a dodici anni,
strano mondo per un montanaro:
la pianura mi sembrò senza occhi
e il cuore rimase a Cirigliano.
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