A gambe aperte
La trovo sempre,
alla fine delle mie fughe
torno sempre indietro.
La trovo anche al buio
la strada di casa.
Busso alla stessa porta,
ma solo per educazione
lo so che per me è aperta.
Torno con le mie scuse assurde alle quali tu non credi,
torno con i nostri progetti
che sono solo miei.
Parlo al plurale pensando a me
o forse dimenticandomi di te,
e busso al tuo cuore che non risponde
pendo il tuo corpo che si offre per dovere
o per stanchezza,
senza provare alcun piacere,
poi mi addormento fino al giorno dopo,
e parto presto senza far rumore
lasciando un altra volta un corpo di donna ad aspettare.
Composta lunedì 23 gennaio 2012
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