In morte di mio padre 24 maggio 2012
Guardo la finestra che è stata mia compagna tutto questo tempo
con lo sguardo perso in un giorno terso
che spazia senza fissare cosa alcuna
nel cielo senza nuvole è mattina presto
un volo per un attimo mi distoglie da tutto il resto
ora anche i pensieri si sono allontanati
e volgo ancora gli occhi verso quel letto vuoto
dove da poco è stato liberato un sogno
un mese intero e quattro mura bianche la mia sola ragione
ma da egoista lo preferivo anche in quella condizione.
Era lì, senza un lamento ed aspettava solo il suo momento
ripeteva sempre che sarebbe morto
e voleva conforto da chi gli era accanto
stringevo la sua mano ma non sentivo forza
e chiudevo gli occhi per immaginarlo senza quella orribile maschera
che nascondeva il viso.
Sono ormai tante le notti che non vedo luce
sogno un fosso ogni mio passo
e continuo al buio in questo labirinto
dove ogni movimento è spinto dal mio giusto istinto
ma non trovo pace.
Il mio centro è la figura che parla in uno specchio
guarda senza riflettere quello che hai veramente dentro
falsa l'immagine che ne vedi impressa non è mai la stessa
non è sicura
quindi deduco che quello che pregia solo il fuori e dei contorni
fa molta differenza, tra quello che ti appare e la tua vera essenza.
Ad un tratto ti ritrovi sola
non riesci a proferir parola
tanto non capiranno o non saprai spiegare
agli altri sembra niente e non avrà importanza
ma tu cerchi ancora la presenza in quella stanza
che mancherà per sempre una goccia in quel tuo mare.
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